Faro Palari ’99: quando la Sicilia si veste da Borgogna

18. Novembre 2017 Degustazioni 0

di Marcello Malta

«È nato il Romanée-Conti d’Italia». Fu questa l’espressione di Luigi Veronelli su “L’Espresso” all’assaggio del Faro Palari di Salvatore Geraci. Sono i primi anni ’90 quando entrambi decidono di salvare la “Faro” e di ridare dignità ad un vino in estinzione. Siamo a Santo Stefano Briga, piccola frazione di Messina che guarda lo Stretto. Salire su queste vigne e guardare ciò che le circonda, dalla terra con forte pendenza, alla collina ricamata da muretti a secco scoscesi e al mare luccicante, fa capire quale straordinario prodigio sia il territorio del Faro. 4 ettari, 600 m slm, 1,5 km dal mare. Unico caso in cui il Nerello Mascalese è vicino al mare. Qui il giorno è caldo e aromatico, la notte ha venti freschi e frizzanti. Solo 15 mila bottiglie tra Rosso e Faro. In Sicilia se non hai altitudine ed escursione termica non tiri finezza: fai marmellata o vini con la cellulite.
Altitudine, alberello, vigne antiche: questa la pozione magica. Geraci non dà resa per ettaro, ma “grappoli per pianta”. Il suo Faro ne fa appena 300 g.
Vino potente e fiero. È un Bordeaux per potenza, un Borgogna per finezza. Prima annata 1990. Da allora punto di riferimento per l’enologia siciliana e italiana per coerenza, stile, precisione e unicità. Degustiamo alla cieca una 1999

È tra granato e rosso mattone. La sua complessità terziaria è un pregio. Profumi affascinanti di ampia maturazione di lamponi, frutti di bosco, cassis. Poi grafite, liquirizia, pepe nero, cacao amaro, tamarindo, speziatura dolce. Note eteree di plastica e smalto. Un salmastro prepotente che ti rievoca l’odore dell’ostrica e dei flutti del mare che si frangono sugli scogli in una giornata d’inverno.
In bocca ha grande impatto ed importante equilibrio. Ha ancora vigoria di tannino e una spalla di acidità sorprendente per i suoi diciotto anni. Classe notevole, esemplare longevità. Molto persistente ed ancora godibile la lunga scia sapida preannunciata in olfazione.
È il “faro” del Faro. Lunga vita a lui.
Barrique nuove per 18 mesi. Vino per appassionati. Più da contemplazione che da gastronomia. Filetto di manzo alla Wellington con cime di rapa saltate e salsa di cassis.
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