PIETRADOLCE: La donna-vulcano divenuta garanzia di tipicità e di potenza espressiva dell’Etna

30. Marzo 2022 TASTING 0
PIETRADOLCE: La donna-vulcano divenuta garanzia di tipicità e di potenza espressiva dell’Etna

Sul versate nord dell’Etna, nella piccola frazione di Solicchiata, troviamo i vigneti della giovane ma vivace cantina Pietradolce, nata nel 2005 dalla passione di Michele e Mario Faro che, con intuito e determinazione, sono riusciti a guadagnarsi un posto di tutto rispetto nel panorama vitivinicolo etneo.

Alberello di oltre 90 anni di età

Tra i 600 e 900 metri, su terreni franco-sabbiosi, si estendono per 11 ettari i vigneti di Pietradolce, immersi un microclima contraddistinto da tanta luce e forti sbalzi termici, suddivisi in tre appezzamenti: due ricadenti in contrada Rampante, dove ha sede la cantina, uno in contrada Zottorinoto. Qui si coltivano esclusivamente i vitigni autoctoni dell’Etna, allevati soprattutto nella tradizionale forma ad alberello: Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Carricante svolgono il ruolo di protagonisti.

I vini di Pietradolce sono stati oggetto di un entusiasmante attenzione di pubblico e di critica sin dalle loro prime uscite in commercio, grazie alla grandiosa eleganza e all’alto indice di piacevolezza. Questa eccellenza, che rappresenta appieno l’anima dell’Etna, è simboleggiata dalla figura del triangolo e della donna-vulcano, divenuti una garanzia di tipicità e di potenza espressiva di tutto il territorio.

Archineri Etna Bianco 2016

Attraversato da lampi tendenti al dorato. Lo spettro olfattivo denota sensazioni principalmente minerali, arricchite da tocchi di affumicato ed erbe aromatiche. Al palato è dinamico e di grande pregio, con un sorso contraddistinto da una scia sapida, che prosegue anche nel finale, dotato di persistenza raffinata.

Archineri Etna Rosso 2018

Nel calice si presenta di colore rosso rubino chiaro, quasi trasparente. Il profilo olfattivo è raffinato e di grande finezza, caratterizzato da profumi di ribes rosso, lampone, arancia sanguinella, melagrana, cenni di erbe aromatiche della macchia mediterranea e sfumature di grafite. Il sorso è armonioso e con una delicata sfaccettatura aromatica, che si schiude lentamente a una profonda complessità espressiva. La tessitura tannica è finissima, ben integrata al corpo del vino, che la avvolge armoniosamente.


Etna Rosso “Cauru 2014” : la famiglia “Piccini” anche sull’Etna produce grandi vini


Torre Mora è l’azienda siciliana di Piccini, che si espande su 15 ettari di vigneto fra i comuni di Castiglione di Sicilia e Linguaglossa, ai piedi dell’Etna. Agricoltura biologica, vigneti ad alta densità e basse rese sono le premesse che stanno alla base di tutta la produzione. Due sono i vigneti da cui nascono le etichette di Etna Rosso ed Etna Bianco: quello di Rovittello, coltivato a Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, attraverso terrazzamenti con viti ad alberello, e quello di Contrada Torre, da dove arrivano le uve di Carricante. Vini dal carattere unico, che rappresentano al meglio la forza e l’eleganza del Grande Vulcano.

Arriva direttamente dalle pendici dell’Etna, ed esattamente dalla tenuta di Torre Mora, il cui nome vuole sottolineare il colore scuro dei terreni su cui sono allevati i vigneti, ovviamente di origine prettamente vulcanica.
Prodotto dalla famiglia Piccini, questo Rosso è in grado di raccontare al sorso la più bella essenza delle terre del grande vulcano, che tra tutte le zone vitivinicole italiane è una di quelle più promettenti, nonché una di quelle che più sta regalando soddisfazioni.

Etna Rosso Cauru 2014 – Torre Mora

di Antonio Carullo

Dal naso complesso e intenso, offre sentori di buona finezza con richiami di frutti quali lampone, fragoline selvatiche, amarene, erbe aromatiche e speziatura, su delicate note di legno dolce. Al gusto è pieno e leggiadro, fine, con un sorso equilibrato, fruttato e ben bilanciato dai tannini, freschezza e sapidità contraddistinguono l’allungo della persistenza palatale. 90/100 points


Etna Rosso Cottanera 2011. Bottiglia di grande personalità che conferma le grandi potenzialità evolutive dei vini dell’Etna

di Antonio Carullo

Cottanera è una realtà vitivinicola che nasce come noccioleto all’inizio degli anni ’60, grazie all’opera del nonno degli attuali proprietari, Francesco Cambria. 
Siamo a un’altitudine di circa settecento metri sul livello del mare, nel comune catanese di Castiglione di Sicilia, in una bellissima zona del versante settentrionale del vulcano, caratterizzata da un contesto territoriale particolarmente vocato all’agricoltura, condizione ideale per la conversione a vigneto iniziata a partire dai primi anni ’70, e proseguita in modo deciso negli anni ’90. È in quel periodo, infatti, che tutti gli appezzamenti hanno visto un progressivo ammodernamento, con l’ingresso di varietà anche internazionali, ed è sempre in quel periodo che il parco aziendale ha raggiunto quelli che sono i cento ettari attuali, di cui circa 65 sono al momento impiantati a vigneto.

Quelli che vengono prodotti oggi dalla cantina di Castiglione di Sicilia sono vini dallo spiccato carattere moderno, allo stesso tempo tanto affascinanti quanto eleganti nello svelare la loro inconfondibile anima siciliana.

Il Nerello Mascalese negli ultimi anni ha dimostrato di saper competere con alcune delle più grandi varietà italiane nel portare a vini rossi di rara eleganza.

A Castiglione di Sicilia Cottanera produce un Etna Rosso di grandissima piacevolezza, figlio di una maturazione di circa un anno in botti grandi e in barrique.

L’Etna Rosso DOC di Cottanera 2011:

Nel bicchiere ha un colore rosso rubino, con qualche leggero riflesso granato. Il naso è pervaso da aromi complessi: da note speziate dove prevale la liquirizia, si passa a sentori floreali e di frutta matura. Al palato è ricco, corposo, con un tannino importante e una freschezza vivace. Chiude con un finale lungo.

Un Vino che ha ancora tanta strada davanti nonostante la sua fantastica bevibilità 91/100 POINTS

Ha un’ottima struttura, che necessita di pietanze e ingredienti sufficientemente elaborati. Ottimo con selvaggina e carni rosse, è da provare anche con formaggi mediamente stagionati. Eccezionale con i piatti dove i funghi sono protagonisti.

Noi l’abbiamo abbinato ad uno spaghetto con pesto di pistacchi di bronte, noci e stracciatella di bufala.