Vinitaly 2018: dopo anni di attenzione al mercato Cinese, quest’anno focus importante sugli Usa
Quest’anno Vinitaly punta sugli Stati Uniti. Dopo qualche anno di attenzione sul gigantesco mercato cinese, il focus Paese torna su un mercato occidentale, maturo. Certo, il primo mercato al mondo a valore e probabilmente anche il più aperto.
Ma forse ci si è resi conto che la Cina, nonostante cresca a doppia cifra, rimane un mercato quasi impermeabile ai vini che non siano francesi, australiani o neozelandesi. E dove la quota italiana, nonostante l’aiuto di Alibaba, resta ancorata al 6% del mercato.
Vinitaly fa retromarcia? “Assolutamente no – ha risposto Gianni Bruno, area manager wine & food di Veronafiere, in occasione della presentazione del Padiglione Lombardia a Vinitaly -. Tutto quello fatto negli anni precedenti rimane, anzi Vinitaly International ha ora una struttura stabile in Cina e continuerà a guidare le imprese italiane. Quest’anno si trattava di cambiare Paese per diversificare e anche perché intanto negli Usa agli esportatori italiani non va così bene come in passato”.
Bruno annuncia che anche quest’anno Vinitaly utilizzerà tutti i 100mila mq della fiera scaligera e che per i produttori esteri è prevista una disponibilità del 5% degli spazi. espositivi. “Ho una lunga lista di attesa – ha sottolineato Bruno – in cui sono confluiti anche i produttori argentini che si sono mossi in ritardo”.
La riscoperta
Intanto quest’anno la presentazione del Padiglione lombardo è stata fatta con ampio ant
icipo, probabilmente per le elezioni regionali del 4 marzo. Secondo la Regione la Lombardia è un patrimonio di biodiversità già al top in Italia e in ulteriore costante crescita grazie alla riscoperta e alla reintroduzione di preziose varietà autoctone. Inoltre è in atto un inarrestabile incremento delle superfici vitivinicole coltivate secondo i dettami dell’agricoltura biologica.
È un biglietto da visita decisamente green quello con cui le 200 aziende vitivinicole lombarde si presenteranno alla 52ª edizione di Vinitaly 2018, il Salone internazionale del vino e dei distillati che si terrà a Verona dal 15 al 18 aprile (biglietto d’ingresso 60 euro). .
La collettiva lombarda, tra le prime per numero di espositori, occuperà uno spazio di 8.500 metri quadrati complessivi, di cui circa 4mila allestiti, nel “salotto buono” al primo piano del PalaExpo. Qui ci saranno circa 2mila etichette in degustazione.
“Anche quest’anno l’appuntamento di Vinitaly testimonia l’importante patrimonio enogastronomico lombardo e italiano – ha commentato il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni -. Con oltre 3mila imprese vitivinicole, 300 aziende giovani e gli importanti risultati raggiunti sui mercati esteri, il nostro si conferma un settore competitivo e in forte crescita”.
Nei primi nove mesi del 2017 i vini lombardi registrano un ulteriore incremento dell’export del 3,7% rispetto al periodo gennaio-settembre 2016.
La corsa del Bio
Accanto alla valorizzazione della biodiversità, si è assistito negli ultimi anni anche a un vero e proprio boom della viticoltura biologica. Se nel 2010 gli ettari destinati a questo tipo di produzione o in conversione erano 908, nel 2017 hanno raggiunto in Lombardia quota 1.751 ettari, con un incremento del 93%. A far la parte del leone, la provincia di Brescia, prima a livello regionale con 522,5 ettari a biologico e 504 ettari in conversione. Seguono la provincia di Pavia, Mantova, Bergamo, Sondrio.
“La Lombardia produce per il 90% vini a Denominazione di qualità, grazie a 5 Docg, 21 Doc e 15 Igt – ha sottolineato Gianni Fava, assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia -. Un indice indubbiamente di qualità, ma evidentemente non sufficiente, se è vero che il modello della produzione vitivinicola lombarda sta rispondendo alle richieste di un consumatore sempre più attento al biologico e alla sostenibilità. Come Regione, dall’entrata in vigore della nuova programmazione comunitaria abbiamo sostenuto il comparto con oltre 67 milioni di euro nelle varie misure, tenuto conto che il sostegno all’internazionalizzazione sui Paesi Terzi è stato fortemente penalizzato dai ben noti ritardi del Mipaaf in materia di Ocm Vino. In tal senso, ritengo che la vetrina di Vinitaly possa in parte rilanciare il percorso di crescita all’estero, che deve recuperare quel valore aggiunto che la Francia ha ottenuto negli anni grazie alla comunicazione del terroir e delle proprie zone di produzione sui mercati mondiali”.
fonte: sole24 ore