L’ENANTIO: UN VERO AUTOCTONO CON 2000 ANNI DI STORIA

Si scrive Enantio ma si legge alla latina Enanzio, questo vitigno importante e storico, ha forti legami filogenetici con le viti selvatiche trovate nei boschi della Valdadige.

Il recupero di una storia, di un vitigno autoctono e antichissimo, raccontato già da Plinio Il Vecchio, stupisce per frutto, carattere e autenticità .

Tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 , con l’arrivo della fillossera che distrusse gran parte della viticoltura europea, l’Enantio resistette a tale parassita continuando la sua vita produttiva.

Una vite rustica e longeva, molto coltivato fino agli anni 70 ma poco conosciuto perchè commercializzato come vino della Valdadige rosso.
Da qualche anno pero’ si è cercato di produrre uve con caratteristiche ben precise per un vino da ricordare.

Il professor Mario Fregoni individuò il nome Enantio e lo centrò a livello storico perché Enantio era il nome che i romani davano alla forma maschile del vitigno il quale per poter essere fecondato abbisognava del polline “orientale”. I fiori di Enantio venivano raccolti ed essiccati per fare un infuso con il vino bianco dal profumo afrodisiaco”.
In questo contesto l’Enantio è forse tra i rari autoctoni veri insieme all’Oseleta veronese, l’Asprigno casertano e pochi altri. Autoctono significa del luogo ed Enantio è autoctono in quanto tale. Non lo è il Teroldego, né il Marzemino, nè il Moscato giallo che viene da Cipro.

Enantio Terradeiforti DOC 2012 Roeno
Rubino fitto e dai riflessi impenetrabili. Ricca la complessità olfattiva: passano in rassegna eleganti nuance floreali di rosa rossa seguite da frutta in confettura e da un guizzo veloce di peperoni, il sottofondo è composto da cenni di spezie e foglia di tabacco la beva è corposa, affilata ma al contempo avvolgente. Il sorso è persistente e chiude con un deciso retrogusto vanigliato. Intrigante!