Perpetuo Wine Fest: la prima edizione è super, la Masterclass da De Bartoli con 6 perpetuo mostra i caratteri di questo vino immortale

Perpetuo Wine Fest: la prima edizione è super, la Masterclass da De Bartoli con 6 perpetuo mostra i caratteri di questo vino immortale

Perpetuo wine Fest è stato un evento che ha coinvolto trasversalmente tantissime persone, dedicata alla promozione e alla valorizzazione dello storico vino nato a Marsala, e gemellata con il progetto Poveri ma ricchi sul recupero e il rilancio del pesce povero.

Il nome dell’evento vuole riprendere quel particolare vino che si produceva prima del vino Marsala. Oggi conosciamo il vino Marsala così per come lo hanno voluto gli inglesi che, arrivati in Sicilia nella metà del ‘700 per cercare un vino da vendere al mondo, hanno trovato il Perpetuo, ovvero quel vino che si produceva nel trapanese già da diversi secoli.

Il Perpetuo era, ed è, un vino che si rinnova per sempre, perpetuamente. Ogni anno i produttori di vino Perpetuo lasciano una quantità di questo vino in una singola botte dove rimane ad affinare. L’anno successivo, dopo la sottrazione di una parte destinata al consumo, il vino rimasto nella botte viene addizionato con una parte uguale di vino nuovo, rinnovandosi di anno in anno, e al contempo, invecchiando all’infinito.

Una magia del vino che si era un po’ persa nei primi del ‘900 e che è stata ripresa nella metà del secolo scorso da Marco De Bartoli, enologo e produttore di vini marsalese, visionario e lungimirante nelle sue scelte. E proprio la cantina Marco De Bartoli è stata il palcoscenico dell’apertura del Perpetuo Wine Fest con la prima Masterclass di AIS Trapani dal titolo Perpetuo, il Marsala prima del Marsala.

L’abbinamento vino-cibo ha visto protagoniste sei cantine del territorio trapanese che producono vini ossidativi e i piatti della tradizione locale realizzati dalle Osterie per Slow Food Trapani.

E proprio la cantina “Marco De Bartoli” è stata il palcoscenico d’apertura del “Perpetuo Wine Fest” con la prima masterclass di Ais Trapani dal titolo “Perpetuo, il Marsala prima del Marsala, durante la quale, oltre alla degustazione, si sono tracciati ostacoli e possibilità di futuro di questo ossidativo per eccellenza, e alla quale hanno partecipato anche Renato De Bartoli e Nino Barraco, noto vignaiolo marsalese.

Sia per De Bartoli sia per Barraco il pensiero concorde è quello che il vino Marsala, oggi appannaggio di pochissime aziende sul territorio, vada per una strada più veloce, più economica e rapidamente fruttuosa. È, pertanto, necessario – secondo i due produttori – che il Perpetuo trovi in fretta la sua vera strada

L’ossidazione, ovvero questa particolare reazione chimica che ha la capacità di alterare le caratteristiche dei vini creando spesso un difetto, qui diventa fase fondamentale del processo produttivo, donando ai cosiddetti vini a carattere ossidativo quelle particolari caratteristiche che li rendono inimitabili. Il Marsala, il Vin Jaune, il Madeira, lo Sherry sono solo alcuni esempi dei migliori vini a carattere ossidativo prodotti al mondo. Grazie a questa particolare tecnica di produzione, oggi sempre più riscoperta da tanti produttori, si riesce ad apprezzare vini intriganti e a raggiungere frontiere aromatiche sempre più ampie ed interessanti.

L’evento si è concluso presso l’agriturismo Vultaggio, nel comune di Misiliscemi, con la tavola rotonda sul tema Vini a carattere ossidativo e pesce povero, dalle tavole dei pescatori e dei contadini alle proposte gourmet per valorizzare il territorio con nuovi percorsi enogastronomici e i banchi di assaggio con proposte di abbinamento vini ossidativi e pesce povero. Un incontro dove si sono confrontati chef, ristoratori, produttori, giornalisti e sommelier con l’obiettivo di sviluppare insieme idee che possano valorizzare al meglio i prodotti del mare abbinati ai vini a carattere ossidativo, riscoprendo anche i sapori di una volta.

«Questa prima edizione nasce dalla volontà di legare due prodotti fortemente rappresentativi di un’area – commenta Giuseppe Vultaggio, delegato Ais Trapani e promotore del Perpetuo Wine Fest – con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il territorio di Marsala e Trapani e il suo patrimonio enogastronomico. È il vino della nostra tradizione contadina che più rispecchia il territorio, il suolo, la salinità. L’auspicio è quello di rafforzare la consapevolezza dei produttori sull’importanza storica del Perpetuo».


ITALIAN TASTE SUMMIT A MILANO LA SESTA EDIZIONE

ITALIAN TASTE SUMMIT A MILANO LA SESTA EDIZIONE

A Palazzo Serbelloni dal 23 al 25 ottobre, il format che guarda a nuove tendenze e opportunità per l’export del vino italiano. Molte le novità introdotte e la partnership con il progetto want-ITA negli USA. Presenti 80 buyer internazionali, 80 aziende produttrici e un calendario di focus, masterclass e B2B da non perdere.

Anche quest’anno Italian Taste Summit si conferma come l’evento più atteso della stagione con un fitto calendario di appuntamenti e incontri finalizzati all’analisi delle performance del vino italiano negli ultimi anni e aperti a potenziali scambi e approfondimenti commerciali. Un nuovo format che si amplia per soddisfare le esigenze di ogni azienda vitivinicola del Made in Italy con un panel di attività incentrate sul mondo B2B e uno spazio dedicato al mondo B2C, con walk-around-tasting e masterclass pensate per un pubblico selezionato di buyer, operatori commerciali, giornalisti e manager della ristorazione e della GDO specializzata.

Teatro dell’evento, in programma dal 23 al 25 ottobre, sarà il prestigioso Palazzo Serbelloni, nel cuore del centro storico di Milano, che ospiterà gli appuntamenti del summit all’interno dei suoi preziosi saloni. Un contesto dai forti dettagli identitari, propriamente rappresentativo dell’heritage italiano, scelto per attribuire massima importanza e piena visibilità ai vini italiani. Qui si alterneranno gli interventi dei key player del mondo internazionale del vino che coinvolgeranno circa 80 cantine nello spazio export, 30 cantine nello spazio Italia, 40 giornalisti delle principali testate editoriali nazionali ed estere, 80 buyer, 60 operatori Ho.re.ca Italia e alcuni consorzi e associazioni italiane del mondo del vino e dell’enoturismo.

L’obiettivo di questa sesta edizione sarà quello di fornire un’interpretazione nuova del vino italiano – inquadrandolo nel sistema/brand Made in Italy – attraverso un linguaggio più moderno, in grado di accostarlo alle nuove generazioni di consumatori, e convergendo l’attenzione del mondo vitivinicolo verso altre sfere di produzione d’eccellenza, come la moda, l’enoturismo e la ristorazione. Centrale in questa edizione di Italian Taste Summit la partnership con want-ITA, il progetto più importante mai realizzato negli USA e dedicato alle eccellenze e al vivere italiano, dove verrà ospitata la più imponente e lussuosa enoteca mai aperta nel mondo, interamente dedicata ai vini italiani. A progettarla l’organizzazione del Concours Mondial de Bruxelles e altri partner di grandissimo rilievo tecnico.

All’evento sarà presente Giovanni Massetti di Italia Development Group che, con Gran Via di Palermo ha progettato want-ITA per il Mall American Dream, a cinque miglia dal centro di Manhattan. Una partnership che Joanna Miro, CEO di Wine Global Aspect e fondatrice e presidente di Italian Taste Summit ha fortemente voluto per ancor di più ancorare questa edizione a quanto si realizza nel mondo per promuovere il valore del vino italiano e una migliore conoscenza dei territori produttivi: “Concretezza, visione, esperienza. L’export del vino italiano può e deve crescere, coinvolgendo territori e aziende che, oggi, non hanno la forza di presidiare e sviluppare l’export – sottolinea Joanna Miro -. Want-Ita ha la nostra stessa filosofia di vita: il meglio, anche di nicchia, ma autenticamente italiano. Serve organizzazione ed un approccio sistemico”.

Il fil-rouge delle interconnessioni tra le cantine, i buyer e i distributori esteri provenienti da tutto il mondo e in particolare dal Giappone e Hong Kong, dagli Stati Uniti e dal Canada, dal Messico e dal Brasile, dalla Russia, dalla Svizzera e da altre nazioni europee, incluse quelle dell’Est.


Sicilia Doc Discovery Grillo: Vitigno mai noioso dall’anima isolana

Sicilia Doc Discovery Grillo: Vitigno mai noioso dall’anima isolana

Qualche numero sul Grillo 2021

“I risultati complessivi del Grillo nel 2021 – commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio Vini Doc Siciliasono più che soddisfacenti. Il Grillo si distingue tra le oltre 70 varietà autoctone della regione e si distingue sicuramente tra i vitigni che hanno conosciuto maggiore crescita negli ultimi anni, in virtù di caratteristiche qualitative e di versatilità uniche: per profumi, struttura e vivacità. Sia sui mercati nazionali che su quelli internazionali possiamo definirlo un vero e proprio caso di successo”.



Doc Sicilia: Grillo, incrocio tra due vitigni quali Cataratto e Zibibbo

Circa 150 anni di età, ibrido tra Catarratto e Zibibbo, la sua coltivazione comincia ad espandersi da Trapani a Messina; nel 1976 è quello che più sta popolando la regione. Sale e scende in produzione, oggi risale fino a passare gli 8 mila ettari, risultando di straordinaria versatilità e coniugazione in diverse tipologie quali spumante, passito, superiore, riserva, etc.

Dalla scienza arriva la conferma: indagini genetiche dimostrano che il Grillo è frutto di un incrocio tra Catarratto bianco e Zibibbo o Moscato di Alessandria

Doc Sicilia: masterclass sul Grillo dedicata alla Stampa Nazionale

I 6 Ambienti in Sicilia dove viene Prodotto il Grillo

La porzione settentrionale dell’Isola risulta prevalentemente montuosa, costituendo l’ideale continuazione della catena appenninica. A partire dai Peloritani, predominano le rocce metamorfiche paleozoiche, con coperture sedimentarie prevalentemente calcaree e argilloso calcaree che si susseguono fino ai rilievi che occupano la porzione nord-occidentale dell’Isola

La porzione sud-orientale dell’Isola è occupata dal Tavolato Ibleo caratterizzato da un robusto zoccolo carbonatico da cui emergono piccoli vulcani.

Sono presenti: terre rosse mediterranee con tessitura franco-sabbiosa che danno vita a vini di media corposità, con buon equilibrio gustativo e ricchezza terpenica e terreni calcarei bianchi con matrice argillosa che consentono maturazione e freschezza gustativa

La porzione centro-meridionale e sud-occidentale della Sicilia è prevalentemente collinare, con formazioni argillose, marmose e gessoso-solfifere. Tra le vette maggiori si ricordano Monte Cammarata (1.578 m s.l.m.),Monte Zimmara e Monte Altesina

La porzione occidentale settentrionale, di piatta forma carbonatica, si sviluppa nelle aree pianeggianti dei terrazzi marini calcarenitici ,nella roccia sedimentaria marina di colore rosso per la presenza di ossidi di ferro, nei calcari marnosi dell’entroterra costiero che va da Palermo a Trapani e nei rilievi collinari. L’area presenta frazioni di argilla e limo anche abbastanza presenti. Tra gli altri suoli anche le terre rosse mediterranee

La degustazione dei 6 Grillo provenienti da ogni singolo ambiente di produzione

È stato interessante, a questo proposito, percorrere un giro di Grillo di Sicilia attraversando province e sobbalzando tra terroir differenti attraverso la lettura oculata dell’enologa Lorenza Scianna durante un focus della Doc Sicilia. Ha fornito uno sguardo piuttosto ampio sulla situazione generale della regione attraverso l’assaggio di alcune etichette. Etichette molto diverse tra loro in prestazioni e sensazioni degustative, ma congiunte da fili comuni.